CARAVAGGIO ... SURREALISTA ?
Federico II Hohenstaufen : una scoperta dirompente...
Fillide Melandroni, appare sotto l'autoritratto di Caravaggio.
Caravaggio e la radiografia..
Presso la Fondazione Santarelli a Roma, un busto in marmo federiciano viene da sempre ritenuto una 'probabile' raffigurazione di Federico II. Adesso, grazie al raffronto con la Testa di Federico II della Collezione Torta, scopriamo che si tratta certamente, in ambedue i casi, del vero volto di Federico II Hohenstaufen. La somiglianza è innagabile, ed il busto laureato 'Santarelli', scoperto durante scavi a Genova presso la zona portuale nel 1942, manifesta lo stesso profilo fiero ed elegante della testa coronata. La testa Santarelli' potrebbe essere stata manufatta durante la visita di Federico a Genova avvenuta nel 1210 a soli sedici anni. Di contro, la testa incoronata del Museo Federico II e il Medioevo di Palermo, è stata eseguita con tale maestria e modernità da mettere in dubbio in un primo momento, che possa trattarsi realmente di una scultura antica. La scultura è giunta a noi in condizioni eccezionali, come di un oggetto preservato con rispetto dall'incuria del tempo...Una qualità tale da far pensare di getto che possa trattarsi di un lavoro classico, eseguito in periodo 'neoclassico', ma non è così. Le tracce di una cultura tardo medievale ci sono tutte: una discrepanza tra la plastica rotondità quasi rinascimentale di un viso scolpito con tecnica eccelsa, si contrappone ad una strana durezza, quasi rigidità della nuca, sul verso. Un 'errore' che il miglior falsario non saprebbe esprimere, ma che manifesta anche la grande capacità di caratterizzazione del Maestro scultore, vissuto quasi al confine tra l'ultimo medioevo e gli albori del Rinascimento...La tunica, a 'pergamena' arrotolata e leggermente schiacciata, nuovamente tradisce l'epoca di questa scultura, ovvero una scultura medievale probabilmente databile verso la metà del XIII secolo ... La tunica si lascia scivolare sul capo di un monarca quasi imberbe, e ci mostra il sovrano giovane, con una peluria acerba che ne sottolinea il volto, reincoronandolo anche nel viso, come fosse un delicato tralcio d'alloro, acuendone ulteriormente i nobili tratti del volto giovanile, fiero e deciso, dolce ma non ingenuo. Un monarca che esprime una probabile età di venticinque anni, dal profilo simile, molto simile all'effige espressa nelle monete auree 'Augustali' di Federico II. Una testa marmorea che ritrae un sovrano in modo aulico, dal portamento e dal sangue augusteo: Federico II Hohenstaufen,lo Stupor Mundi.La provenienza, Collezione estera, farebbe ipotizzare un fortunoso trasferimento dell'oggetto in tempi antichi, estrapolando questa testa da una complessa e più impegnativa opera. Forse un busto in porfido, su cui questa scultura faceva una figura ancor più prestigiosa. La testa di una scultura riposta all'interno di un sito di grande impatto visivo, o parte di un gruppo scultoreo di grandi dimensioni, dove Federico era dominatore, assiso su uno splendido cavallo arabo. Un gruppo di cui non abbiamo nè tracce ne alcun documento. Per altro le analogie caratteriali che si riscontrano con alcuni volti e panneggi visibili a Siena, presenti presso il Pulpito della Cattedrale, fanno sognare una paternità eccelsa. Il modo come viene in questa testa interpretato 'il mento', tondeggiante e con una piccola fossetta centrale, e come sono resi i capelli, a ciuffetti piccoli e mossi, e la bocca a cuore, delicata e leggermente carnosa, la fronte spaziosa e molto delineata, con le arcate frontali prestanti, materiali, quasi leonine, ed un naso dritto e volitivo fanno riflettere. La datazione da noi proposta per questa scultura, prospetta un’epoca probabilmente oscillante tra il 1245 ed il 50, ovvero durante la tarda maturità di Federico cinquantenne. La iniziale incoerenza della raffigurazione giovanile del sovrano espressa in una epoca in cui crediamo che Federico fosse già in età matura, si dirime considerando che secondo un antico manoscritto, risulta che il sovrano ultra quarantenne, era talmente invecchiato, che se fosse stato venduto al mercato degli schiavi, sarebbe stato valutato pochi ’Dirham’, ovvero quanto qualche cammello. Quasi senza capelli, sdentato, alquanto appesantito, di certo non sarebbe stato un modello ideale, se fosse stato scolpito e ritratto nella reale fisionomia. Riteniamo che l'Artista scultore ritrasse il volto di Federico con la fisionomia di venticinque, trenta anni prima della reale età del monarca.Ho cercato supporto e conforto in queste mie, direi, intuizioni, ma purtroppo mi è sembrato come se nel nostro paese vigesse uno stato di torpore scientifico-mentale, ovvero come se nessuno avesse alcuna intenzione di esprimersi, e mostrare così il fianco a decine di studiosi, pronti a scatenare un incondizionato linciaggio senza remore. L'Arte è diventata un campo di battaglia, dove chi parla per primo, si assume le responsabilità di subire le più disparate critiche trasversali anche ingiustificabili, e questo solo per difendere ognuno le posizioni di prestigio acquisite o acquisibili, e non cedere un passo per nessun motivo. Credo che siamo giunti ad un punto di non ritorno, dove a parlare, spesso, sono personaggi dal grandissimo impatto mediatico, ma di flebile e quasi inesistente sensibilità artistica. Una gratificante notizia ci giunge dal Giappone. Il Professor Naoki Dan, studioso ed esperto di Arte medievale, già autore di testi sulle opere di Tino di Camaino, visionando le foto della 'testa di Federico II' ha entusiasticamente garantito la eccezionale importanza della scultura, in ambito delle raffigurazioni medievali di sovrani coronati, promettendo di raggiungerci in Sicilia a settembre, per visionare l'eccezionale reperto di presenza, ed offrendosi di studiare questo 'appetitoso' inedito reperto.La cortesia, disponibilità,spessore culturale, attenzione e garbo del Professore Naoki Dan, mi hanno fatto tristemente riflettere, confrontando l'approccio con la cultura nipponica, rispetto ad una aggressione verbale subita a Foggia da uno 'studioso' pugliese (laureato in Lettere e Filosofia), che piuttosto che 'guardare' la scultura (per Lui incomprensibile) si è lanciato in invettive reazionarie ed intolleranti, schizofrenico oscurantiste. L'Italia non sarebbe la patria dell'arte e della cultura antica? Talmente antica da divenire...Fossile. ... FedericoII immobile sfida i secoli e sta a guardare silenzioso in attesa....
Portale di Antiquariato Giulio Torta: 'Caravaggio: un mistero dell'Arte'- Il Professore Giuseppe Salerno, che ha già prestato la Sue raffinate esperienze radiologiche all'Arte effettuando studi sul Caravaggio raffigurante 'Il seppellimento di Santa Lucia', su Antonello da Messina e sulle spoglie di Federico II, alle prese con le indagini radiografiche sull'ancora non acclarato 'Caravaggio-Torta'. I primi risultati delle analisi sono a dir poco sensazionali, confermando ed arricchendo le ricerche già effetuate a Roma dall'Ingegner Claudio Falcucci della M.I.D.A (ricerche tecnico scientifiche su Opere d'Arte)...sotto il possibile autoritratto di Caravaggio, appare l'immagine della modella preferita del Maestro: Fillide Melandroni, vestita con lo stesso abito scollato che le conosciamo tramite il dipinto raffigurante 'Santa Caterina d'Alessandria', e con la medesima particolare acconciatura di capelli legati, con una riga nel mezzo. Un vero e sostanziale 'ripensamento in corso d'Opera, che già basterebbe, secondo le conoscenze tecniche riferite a diversi Dipinti del Caravaggio, a garantire la 'paternità' eccellente del Michelangelo Merisi. Davide e Golia con doppio 'Autoritratto'...una iconologia unica, non riscontrabile in alcun Dipinto del 600', ed una iconografia incompressibile, fastidiosa, irriverente ed illogica, che ha già infastidito ed ancora infastidisce di impulso gli addetti ai lavori, sia storici dell'Arte che esperti di pittura antica, rendendo ancora questo Capolavoro un mistero pulsante di magia inspiegabile. Un Dipinto che nascondeva, e di fatto nasconde un messaggio criptato...come se lo Spirito del Pittore non volesse tuttora che il Dipinto possa essere svelato..... ********************************************************************************************************************** Brividi in Mostra alla Biennele di Palermo...Oltre quindicimila visitatori hanno avuto la opportunità di ammirare il Dipinto che viene da noi, dopo sei anni di ricerche, attribuito al grande Caravaggio. Scetticismo ed incredulità, ammirazione e sgomento: come mai, ancora nessuno degli studiosi di gran calibro si fa avanti? E forse impossibile ribaltare la vecchia (crediamo errata) attribuzione del grande Roberto Longhi? Una attribuzione 'intoccabile' che stride e cozza con tutti gli accertamenti ed esami ad oggi effettuati su questo 'Capolavoro'...Già diversi studiosi sussurrando... concordando alla esimia attribuzione. Ma non è così semplice...Credo sia proprio il contrario di ciò che accadde per le 'teste di Modigliani'. Allora in tanti si schierarono insieme e di getto, plaudendo la studenda scoperta...che si rivelò presto una bufala di giovani burloni. Edesso chi dovrebbe farsi avanti nel perorare una scoperta irriverente di un dipinto già da tanti conosciuto...e per di più non considerato, presente in foto biano nero da cinquanta anni presso la Fondazione Longhi? Non credo proprio in Italia...Eppure come non valutare che il Dipinto è stato eseguito nella stessa epoca in cui lavorava Caravaggio e quel ritratto in alto sembra proprio il suo autoritratto eseguito dal vero, e le mani, che indicano un messaggio inequivocabile, ed i 'ripensamenti', e la pittura 'a risparmio', e le 'campiture a punta di pennello'... Ed ancora, decine di analisi confermano e riconfermano le tecniche esclusive e raffinatissime del Merisi... Ma il Dipinto parla da solo...con un linguaggio graffiante, pulsante, volutamente 'criptato' con un codice di briciole di pazzia......una Storia...assolutamente entusiasmante. Ma se questo dipinto raffigurante "Davide e Golia con Disputante" è un’Opera Caravaggesca di eccezionale qualità del primissimo ’600, porta con se uno strascico di fastidio, da circa quattrocento anni ... tanto fastidio, in quanto esprime una cappa di irriverenza formale, che ancora oggi si trasforma in tensione, in illogicità assoluta. Un pittore che dipinge con tale maestria, da risultare un grande "imitatore" di Caravaggio, si perde poi dipingendo un soggetto incomprensibile... Strano, molto strano. Un Maestro di tale spessore dipinge agli albori del ’600, una scena fuori da ogni logica, scavalcando tutti i criteri formali della Pittura senza farsi capire, anzi, sembra che forse non voglia essere capito. La figura di un uomo che parla e gesticola verso la scena raffigurante Davide con la testa di Golia. Chi avrebbe potuto dipingere quest’Opera nel periodo di Caravaggio? Forse qualcuno è in grado di dare una risposta esauriente, logica, motivata e seria... Credo che non vi è risposta logica e questo Dipinto resta ancora un grande MISTERO: a meno che non consideriamo... alcune "curiosità" degne di riflessione e di approfondimenti. Osservando Il "ritratto" a sinistra, raffigurante il "Disputante",(personaggio che ricorda una notevole somiglianza con le ultime raffigurazioni conosciute di Caravaggio) esso ci risulta illogico e totalmente incomprensibile, raffrontato con le iconografie classiche del periodo, specie se inserito in un dipinto eseguito durante la CONTRO RIFORMA... e se detto "Personaggio" volesse manifestare un "MESSAGGIO"? Risulta, dalle radiografie effettuate dalla M.I.D.A.dell’Ingegner Claudio Falcucci di Roma, e dalla EMME.BI.CI. (indagini diagnostiche su Opere d’Arte) che il Disputante e' stato eseguito in maniera "difforme" dal resto del dipinto, ovvero con pennellate meticolose e precise...come si riscontra solitamente in un dipinto ritratto dal vero...ovvero un Autoritratto: "l’Autoritratto di Caravaggio?" A FAVORE DELLA ATTRIBUZIONE... 1)La PITTURA è stata eseguita con la tecnica a "risparmio", con pennellate lunghe, sovrapposte, appunto con "risparmio" di colore che sappiamo essere la tecnica attuata da Caravaggio nelle ultime Sue opere. 2)MANCANZA di Disegno preparatorio, come si evince dalle radiografie (cosi'come risulta in tutte le Opere del Merisi), quindi un Dipinto eseguito di getto, con estrema maestria. 3) Dalla "Riflettografia" si leggono delle "CAMPITURE" a punta di pennello, che delimitano gli spazi del dipinto, particolari segni propri della tecnica esecutiva del Merisi, attuata in diversi degli ultimi suoi Dipinti. 4) Si leggono delle Modifiche sostanziali che dimostrano (sempre con gli esami radiografici)una STESURA DI GETTO molto "sofferta" e con molteplici variazioni, ripensamenti ed elaborazioni in corso d’opera. 5) Il Ritratto che compare dalle radiografie, sotto il volto del "Disputante", raffigurante un viso di "donna" che, oltre ad essere una MODIFICA SOSTANZIALE, eseguita in corso di esecuzione pittorica, per diversi storici come E.Arsal (1959),R.Wittkover(1958),M.Kitson(1969), rappresenterebbe una prova certa che il dipinto sia Opera di CARAVAGGIO (da Michelangelo Merisi da Caravaggio a cura di Mina Gragori ed. Electa pag.32). 6) Il "ritratto" raffigurante "giovane donna" ritrae probabilmente la MODELLA del Merisi, "Fillide Melandroni" (la somiglianza è indiscutibile). 7) Le mani della modella (Fillide), viste con la radiografia, hanno LA STESSA IMPOSTAZIONE del "Disputante" ovvero riteniamo manifestino la richiesta di voler implorare la sospensione della Condanna a morte per decapitazione che incombeva sul capo del Merisi. 8) Il Ritratto in alto del 'disputante' raffigura (per noi) L'AUTORITRATTO di Caravaggio. 9) Il Golia, ovvero la "testa mozza" raffigurata in basso, riteniamo abbia anch'essa la fisionomia di Caravaggio, e raffiguri un SECONDO AUTORITRATTO del Maestro. 10) Se...Il Dipinto effettivamente racchiude un MESSAGGIO con la diretta richiesta di grazia, come la nostra tesi vorrebbe dimostrare, quest’Opera acquista una logicità esaustiva, e, per la prima volta nella Storia della Pittura (sempre a nostro avviso), risulterebbe una novita' assoluta in campo pittorico. Infatti il Maestro, contro ogni logica e convenzione di tutti i tempi, esprime una richiesta, inserendosi sia da protagonista che da spettatore che assiste inerme alla scena della Sua decapitazione. Tutto cio' espresso in una raffigurazione classica, quale quella di "Davide e Golia" che da sempre ha rappresentato una 'iconografia blindata' ed immodificabile. Il chiaro "messaggio" che risulta quindi da questa interpretazione : Come Davide ha ucciso Golia, Il "Davide", raffigura metaforicamente il Pontefice, ovvero l’unico uomo che pùo "graziare" il pittore condannato a morte per decapitazione. Quindi il Caravaggio si ritrae decapitato ed a tempo stesso implorante la grazia della vita. 11) Tramite l’indagine effettuata con il metodo laser della "RAMAN SPECTROSCOPY", eseguito dalla Dottoressa Giulia Moscardi, della Equipe del Prof.Pietro Baraldi, presso le Università di Modena e Reggio Emilia, si è scoperto che sia le braghe scure come la camicia bianca del "Davide" sono state dipinte con vernice composta da polvere di LAPISLAZZULI. Un pigmento prezioso e carissimo, che potrebbe dimostrare la volontà di esprimere il massimo rispetto nel dipingere la raffigurazione del Davide, confermando la metafora Davide=Papa. 12) Risulta da antichi documenti che Caravaggio acquisì nell’ultimo periodo della sua vita, un notevole quantitativo di LAPISLAZZULI (pigmento usato solo per eccelse committenze, regali o papali) ma non si conosce, ad oggi, in quale suo dipinto sia stato utilizzato. 13) Esiste presso il Museo di Harrare un dipinto raffigurante Davide e Golia, molto simile al 'nostro', già attruibuito al Sellitto dal Professor Ferdinando Bologna. Carlo Sellitto è considerato il più prolifico allievo e copista dei dipinti del Merisi. Il dipinto "Harrare" ritrae l’Opera da noi in studio, ma non ritrae il Personaggio Disputante (Caravaggio). Nel dipinto Davide e Golia di Harrare(a nostro avviso copia con varianti di Carlo Sellitto, dal Caravaggio-Torta), il Sellitto ritrae Davide "mesto e col capo chino", come se fosse a lutto, per la avvenuta tragica morte del suo Maestro (Caravaggio). A comprovare ciò infatti, il Maestro ritrae la sua spada in piedi alla destra del Davide, mentre nella copia del Sellitto la vediamo in basso a sinistra, quasi al buio ma deposta trasversalmente, come si usava deporre sulla lapide tombale in segno di lutto per la morte di un Cavaliere, proprio lì dove dovrebbe sarebbe dovuto essere il "Disputante", raffigurante il Maestro. A convalidare la nostra tesi, il Sellitto, che mai si spostò da Napoli, avrebbe potuto vedere solamente nella sua città il Dipinto del Merisi, crediamo tra il 1609 ed il 1610, poco prima la morte di Caravaggio. Ancora altri "misteri" continuano ad alimentare questa tesi "sconvolgente". 14) Lo scultore Annibale Durante eseguì, appena sei anni dopo la morte di Caravaggio, la cornice per il dipinto da lui stesso menzionato in un documento del 1616, "Davide e Golia con ritratto del Maestro Merisi". Questo Dipinto a cui inserire la cornice, viene misurato con esattezza in "p.5 e 4 b 50"(scheda della Professoressa Roberta Lapucci su "Caravaggio" della Electa a pag. 186). Le misure risultano a millimetro le medesime misure del "nostro" dipinto (cm.121 di altezza) e non come sino adesso ritenuto, le misure del Dipinto Davide e Golia 'Borghese', piu' alto di ben quattro centimetri, quindi la descrizione del Durante, potrebbe essere quella del Davide e Golia con (Caravaggio)disputante, e non la descrizione del Davide e Golia 'Borghese'... 15) Perche' il Merisi avrebbe dipinto dapprima la sua modella Fillide, per nasconderla quasi subito sotto il suo autoritratto? Crediamo che il Merisi volesse come 'testimonial' una gentile e bella donna, che avrebbe dovuto chiedere garbatamente la sospensione della condanna capitale al Pontefice. A memoria il Maestro comincia a ritrarre la sua amata modella, ma si rammenta presto che lei, Fillide, si era suicidata nel Tevere, ed era stata una prostituta, e quindi assolutamente improponibile ad un uomo di chiesa, addirittura al Pontefice, e quindi decide che sara' Lui stesso, con la Sua immagine, a chiedere la grazia... Ed ancora 16 17 18 19 .... ecc. Tanti, troppi riscontri, strane convalide, indizi sostanziali e conferme rilevate da rilievi tecnico scientifici e radiologici insieme. I molteplici riscontri incrociati sono stati eseguiti dai professionisti tra i piu' accreditati nei vari settori specialistici. La indiscutibile eccezionale qualità di questo Dipinto e le singolari, uniche ed irripetibili analogie sotto vernice prima bisbigliano, poi confermano ed infine urlano...ma si tratta di un assordante "Urlo nel silenzio", e crediamo proprio che sia l’Urlo di... Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Un Urlo che, poco alla volta si comincia finalmente a sentire. CONTRO LA ATTRIBUZIONE... Il Dipinto era stato già stato collocato cinquanta anni addietro dal grande Roberto Longhi come opera caravaggesca di pittore anonimo. Il Longhi, che può definirsi colui che forse più di ogni altro,e per primo, abbia studiato e valorizzato il Merisi, vedendo il Dipinto su foto in bianco nero(foto che da decenni si trova presso la Fondazione Longhi), aveva glissato su qualsivoglia attribuzione. Anche il Professor Papi, allievo della Professoressa Mina Gregori, già allieva del Longhi, ha affrontato uno studio su Paragone n.36 del 2002, collocando il dipinto,(sempre su foto bianco/nero, in quanto presso ubicazione ignota di privata collezione)al Maestro del David (caravaggesco sconosciuto, battezzato per l’occasione). Chiaramente con paletti di tale entità, discutere eventuali ricerche effettuate, diventa...difficoltoso. Di fatto, crediamo che tutti i Critici o gli Storici che guardino questo dipinto, restino repentinamente...disorientati ed infastiditi da una iconografia troppo difforme dalle logiche della pittura sino ad oggi studiata. Inserire un personaggio "fuori scena" entro una iconografia blindata, agli inizi del ’600 è assolutamente incomprensibile. Come se un pittore (ancora durante la Controriforma) ribaltasse tutti i criteri sia formali che convenzionali, scardinando la logica di quel tempo (ed anche quella odierna). Un Dipinto veramente unico che crediamo impregnato di bagliori di follia, ma carico altresì di rassegnazione e fremiti di morte, con una tenue speranza che sembra amalgamarsi ad un lucido e rassegnato testamento. Un’Opera che, dopo oltre sei anni di pazienti ricerche, con il susseguirsi di caute ma sempre più determinanti conferme, oltre a basilari e sofisticati riscontri incrociati tecnico scientifici,con determinanti convalide nella lettura delle singolari tecniche pittoriche riscontrate sotto vernice, risulta talmente fastidiosa ed irriverente da non essere stata ancora considerata con giusta attenzione dal Ghotha della cultura 'Accademica'. Toccare il nome "CARAVAGGIO" significa entrare in un pianeta dove manca l'aria, troppi interessi sia economici che di prestigio, e...purtroppo il grande Federico Zeri non e’ piu’ tra i vivi, il solo che aveva il coraggio e la intuizione, la sensibilita’ ed il fiuto di andar spesso controcorrente, e che probabilmente avrebbe voluto e potuto entrare in causa... Speriamo che quest’Opera prima o poi possa essere considerata sotto una diversa luce dagli Storici, e probabilmente risultare un nuovo riferimento per avvicinarci ulteriormente ad una mente talmente innovativa creativa ed unica da non essere stata del tutto compresa. Credo che Caravaggio sia stato un Genio talmente creativo, esuberante, imprevedibile ed irriverente che ancora oggi e' estremamente improbabile ricercarvi delle logiche per una lettura omogenea...Sensibile, violento, perverso, passionale, spregiudicato, illuminato, celestiale...un Uomo che vive intensamente in un'epoca di conformismo ipocrisia e bigottismo, con nella mente una modernita' troppo in avanti. Ecco il profondo fascino ed il vero mistero di Michelangelo Merisi, detto "Il Caravaggio". Il Direttore del Museo Virtuale Federico II e il Medioevo www.federicoiiedintornimuseum.it Giulio Torta. info@tortaantiques.com