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Come passa il Tempo...'I Calendarietti da Collezione'-
Quest'anno la Collaterale a Cortona Antiquaria dal 28 agosto al 12 settembre, scandirà il tempo con una Collezione allegra e spiritosa di circa trecento piccoli libretti: I Calendarietti da Barbiere sono già 'Cult'. Come è passato il Tempo ... Eppure, ineluttabile, rimane trascritto, inebriato con profumi alla lavanda, e legato con sgargianti cordoncini a fiocchetto dentro piccoli libretti colorati. Questi simpatici ‘libretti’, sono i piccoli calendari con immagini e foto, che vengono chiamati solitamente ‘Calendarietti da barbiere’, perché da questi venivano regalati ai clienti, dopo una ‘barba’ o uno taglio di capelli. Un piccolo omaggio del barbiere (o di un negoziante) ai suoi clienti, nell'imminenza della Pasqua, del Natale o del Capodanno. Con l’omaggio i clienti rispondevano elargendo al barbiere, una congrua mancia di rito. Divenne presto una moda, sin dopo gli albori degli anni 1860-70, quella di regalare ai clienti, dei piccoli calendari dalle forma più varie, sia presso negozi, esercizi e ditte, e la produzione dei calendarietti divenne presto un modo spiritoso per pubblicizzare i propri prodotti, eventi o nuovi negozi. I soggetti delle foto nei calendari, divennero i più disparati. Calendari con immagini di donnine in abiti succinti, pubblicitari, artistici, floreali, religiosi, folcloristici, geografici, cinematografici, con foto di divi del cinema o di attrici famose. Qualcuno, già verso fine 800’ decise di ‘profumare’ i calendari, forse in origine, per reclamizzare una ditta di profumi, ma presto quasi tutti i calendarietti vennero ‘impregnati’ con essenza di lavanda dai vari profumi, che potremmo definire anch’essi da ‘barbiere’… I più apprezzati sono oggi i coloratissimi calendari ‘Liberty’dove la fantasia del primo novecento esplode, supportata a volte da una tecnica esecutiva più elaborata. Oltre il cromatismo floreale, la ‘goffratura’ ad esempio, consisteva nell’impressionare le piccole pagine con differenti livelli di carta a rilievo, ottenendo una pseudo tridimensionalità dell’immagine. Una bustina semitrasparente proteggeva quasi sempre questi piccoli calendari, consentendo di conservarne meglio la profumazione, che inevitabilmente era altrimenti destinata a perdersi. Gli esemplari più antichi riportano illustrazioni cromolitografiche, che venivano stampate separatamente ed arricchivano così di colori e di carattere i calendari, tramite il procedimento tipografico. Successivamente, con il progresso della cromolitografia, si riuscì a stampare direttamente le illustrazioni cromolitografiche sul foglio, lasciando poi in bianco gli spazi da riempire con i caratteri tipografici pubblicitari. La tecnica cromolitografica divenne presto più accurata, ed alla pietra si sostituirono le lastre di zinco migliorando notevolmente la definizione delle immagini. Sin dagli anni Settanta dell'Ottocento si diffusero i calendarietti come siamo abituati a immaginarli oggi: riccamente illustrati, composti da 2 o 12 sino a 20 e più pagine. I più conosciuti sono certamente i calendarietti di ‘donnine’ degli anni 1930-80 in pose osé o romantiche, del classico formato rettangolare da ‘portafoglio’, ove venivano riposti e non sempre mostrati … Adesso alcune scene di queste ‘donnine’ dalle pose ardite ci fanno sorridere, perché ciò che veniva considerato osé negli anni tra il 1930’ ed il 50’ oggi risulta ancor più che ingenuo. Come passa il tempo… Curatore Giulio Torta(Associazione Culturale Terza Esperide di Palermo)
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