|
IL CARAVAGGIO-TORTA e forse I SERVIZI 'SEGRETI'...
-Sono passati circa sette anni da quando abbiamo iniziato a dirimere dubbi e quesiti sull'enigmatico dipinto 'Davide e Golia con doppio autoritratto del Merisi', ma ad oggi, sembra ancora di essere agli inizi. Non sono serviti tutti gli esami incrociati tecnico scientifici da noi effettuati sul 'Dipinto' comprovanti (riteniamo) la paternità certa a Caravaggio, esami frutto dell'ultima generazione diagnostica. Il Dipinto 'Davide e Golia con doppio autoritratto del Caravaggio, è ancora solo Caravaggio-Torta, in quanto è apertamente ritenuto tale esclusivamente dal suo scopritore...Finalmente abbiamo saputo perchè questo Dipinto eccezionale non può, e non deve essere accreditato. Purtroppo non potevamo conoscere quali implicazioni vi fossero alle spalle di una 'semplice scoperta' di un'Opera pittorica, anche se un 'innoquo' Capolavoro di Caravaggio... Vi è un interesse concreto della C.I.A. per questo Dipinto, poichè tramite contatti trasversali con le nostalgiche frange del defunto KGB, esisterebbero le prove della vita provocatoria, sovversiva ed anti americana di Caravaggio. La C.I.A. sarebbe ancora oggi pronta a distruggere, se si trovassero, le ossa del Maestro sovversivo. Di fatto ne stanno instancabilmente cercando i resti. Sarebbe da ritenere possibile l'intervento di paracadutisti del 'Mossad' che attendono il momento propizio per impossessarsi del Dipinto, poichè di fatto Davide raffigura nel quadro, il 'popolo Ebreo' vittorioso, mentre la testa del Golia rappresenta il gigante Palestinese sconfitto. Il 'Disputante' sarebbe quindi il Presidente americano, che vuole fermare il conflitto ad ogni costo... Non potevamo saperlo... Probabilmente il defunto Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, era sin da allora portatore di segreti di spionaggio internazionale tra Malta ed il Vaticano, con implicazioni collegate alle frange di alcuni Cavalieri Templari infiltrati in Palestina. Un intrigo legato ad interessi nel contrabando di armi, tra cui la segretissima ed indistruttibile 'spada' nella roccia. Anche la mafia desidera ardentemente impossessarsi del Dipinto, per poterlo tagliuzzare a pezzetti,e distribuirne una fettuccia ad ogni 'Padrino' in tutto il pianeta, poichè il Caravaggio ancora in mano alla mafia, è in possesso di un solo mafioso. Tutti i Boss adesso ne desiderano un brandello... Di fatto preferiremmo essere ancora in vita quando, finalmente qualcuno dei 'potenti' non collegati ai 'servizi segreti' si accorgerà che...non siamo sovversivi pericolosi, ma innoqui appassionati d'Arte. Durante l'ultimo interrogatorio, ho dovuto dichiarare che il Dipinto in questione non è assolutamente di Caravaggio, ma l'ho dipinto io stesso, e che non avevo intenzione di nascondervi alcun 'messaggio'. ...e se alcuni studiosi internazionali in anonimato ci hanno già gratificato anche più di come meritiamo, non si comprende ciò che accade in Italia nel mondo dell'Arte...succede che da noi la cultura sonnecchiando, 'russa' insieme alle frange del defunto KGB...e 'CI A'..ngustia una illogicità burocratico-gerarchica oppressiva, MOSSA D..a interessi che non avrebbero nulla a che vedere con Arte, Cultura, Correttezza e Giustizia. Questo Dipinto distrattamente o volutamente ancora incompreso, dimostra come l'Arte possa restare invischiata in Ostaggio della 'burocrazia astigmatica' ....................................................................
IL MESSAGGIO DELL'ANIMA...
Ma se in questo Dipinto, Caravaggio non si 'vede'...la Sua musica si Sente. Un Caravaggio che emette sensazioni, strani suoni, da lontano, come provenissero al di là dell'anima. E chi non lo vede, o peggio, non lo vuole vedere, questo dipinto... lo 'sente' certamente stridere e scalpitare. Si, la Musica, nell'ultimo Caravaggio graffia, come delle unghia che si raschiano a sangue su una lavagna... provocando note al limite dell'udito, suoni disperati di un'anima forse maledetta, note che si inseguono nel vuoto, superando la normale dimensione umana, sfuggendo la follia degli eventi. Questo Dipinto, che racchiude in sè un concentrato di emozioni, una devastante intensità a distanza di 400 anni, continua a vibrare. L'Arte 'vera' esprime molto più di ciò che mostra visivamente, e può emettere suoni silenziosi, ma solo se si è disponibili e pronti a percepirli.
Le convenzioni esistono, sin quando permangono le logiche supportate da riscontri e certezze.
Un ‘problema’ di non facile risoluzione viene posto al Gotha degli studiosi di pittura antica, e più precisamente agli studiosi di Caravaggio e del ‘caravaggismo’ con la avversata o peggio non considerata attribuzione a Caravaggio del Davide e Golia con ‘Disputante’, prospettata dal Connoisseur dell’Arte ed Antiquario Giulio Torta. Sappiamo che affinchè universalmente venga riconosciuta una importante paternità di un’Opera d’Arte, collegabile ad un grande Maestro, da tutti gli storici accreditati e riconosciuti tali e quindi ne sia avallata la sua valenza documentale, qualitativa e storica, esistono delle problematiche legate a tre fattori da sempre imprescindibili: primo, la iconologia ( lo studio del significato delle immagini e la classificazione dei temi o dei soggetti rappresentati ovvero la ‘forma’ del Dipinto) e la iconografia ( lo studio dell’opera d’arte, che prendendo le mosse dal suo significato iconografico ne esamini il valore in rapporto con lo stile, le intenzioni dell’autore e la cultura del sua epoca), il secondo, la storiografia dell’Opera (ovvero i documenti comprovanti la provenienza e relativi passaggi di proprietà) ed il terzo, le verifiche tecnico scientifiche incrociate effettuate sull’Opera che risultino compatibili con altre Opere dello stesso artista. Esistono su questo Dipinto diverse robuste tracce che ripercorrerebbero sia la provenienza che i riscontri tecnico-scientifici, oltremodo 'compatibili'con la delicata ipotesi attributiva. Invece. insormontabili, ad oggi,vengono ritenute le espressioni sia iconologica che iconografica. Il ‘soggetto’ del Dipinto ritraente Davide e Golia con ‘Disputante’, visualizzato da uno storico dell’Arte, che abbia una robusta formazione di studi diremmo storico-artistici, è assolutamente privo di qualsivoglia parallelismo logico, e quindi non collocabile e non considerabile, sia iconologicamente che iconograficamente. Infatti, se alla incongruenza iconologica, assolutamente irriverente e priva di riscontri formali, aggiungiamo la assoluta singolarità iconografica, ancor più ‘stravagante’, automaticamente si erge un insormontabile muro di intransigenza. Questa sarà stata probabilmente la considerazione che ne fece il grande Roberto Longhi, quando, vedendo Davide e Golia con un terzo spettatore intento a gesticolare, tramite foto bianco e nero, collocò di getto l’Opera come di scuola napoletana di anonimo autore caravaggesco. E così è stato considerato sino ad oggi, questo curioso incomprensibile ’Anonimo napoletano’ sia da tutti gli allievi del Longhi, e da coloro che, di scuola Longhiana e non, siano interpellati a considerarne una paternità. Eppure accostandosi al Dipinto con morbida disponibilità, si rimane attratti da un incomprensibile e fascinoso mistero di un messaggio insito in una qualità pittorica sin troppo elegante e vibrante che, come un fastidioso dissonante suono , espresso da note apparentemente scollegate, insieme forma un armonioso accordo nuovo. In Musica, esiste. Note scomposte che si legano irriverenti, apparentemente contro la logica della musica, creando accordi nuovi, note che entrano dentro irruentemente, sino a graffiare il cervello, al limite del fastidio. Credo mai come in questa Opera ancora incomprensibilmente incompresa, la pittura è stata così vicino alla musica.
Giulio Torta
|
|