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La sensibilità non si compra
nè si vende,e chi ce l'ha...se
la tiene. Purtroppo, forse,di
sensibilità ve ne è troppo
poca intorno,vedendo come gira
il mondo...proprio nel settore
dell'arte sembra che si sia
dissolta e
che sia un 'optional' non
gestibile, e quindi scomodo.
Solo nella musica resta, ed è ancora presente una
eterea sensibilità, come una
differente lunghezza
d'onda, per poter creare momento per
momento un flusso impalpabile,
avvicinando la mente e il
cuore in tutti gli umani,
uomini e donne.
Per vedere dove stiamo
andando, basta una visita in
una esposizione d'arte
contemporanea, per 'ammirare'
le nuove e modernissime forme
artistiche, che in me, che
probabilmente non
capisco tanto del
'contemporaneo'... suscitano
spesso
angoscia e tristezza, oltre
che smarrimento.
La nuova arte non da
posto al primordiale, atavico
sentimento, ed il
concetto del 'bello' ha come
riferimento la fantasia
imbrigliata da un fungo
atomico, dal crollo delle due torri o dal filo spinato di
un lagher.
La morte sovrasta la vita ed
anche il sorriso di un bambino
viene interpretato come un
attimo da cui separarsi
presto, come un breve ricordo
dei superati e barbosi
romantici dell'ottocento. Di
certo chi ha la tragedia di
essere un non vedente, con il
pesante fardello che si
trascina, avrà fatto tesoro
delle sensazioni che esistono
e non si vedono. La necessaria
riscoperta della sensibilità,
appunto.
L'Arte, quella vera,
la più intensa e pura,
dovrebbe forse essere
destinata a loro,non vedenti,
come ricompensa per una
mancanza impagabile, quale
dono divino, per la riscoperta
dell'animo umano da parte di
chi non vede il reale mondo
che lo circonda, ma lo sente più puro, con il cuore e con l'anima...
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