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Marco Marcola, detto anche il Maestro del Biribisso, a volte definito il Pietro Longhi di Verona, si esprime in questo dipinto ad olio su tela(cm.155x85 circa), in una scena nella quale un saltimbanco con ombrellino, esibisce su un palchetto due scimmiette. La scena, raffigurante uno scorcio movimentato della vita quotidiana nella Verona del Settecento, è un'opera di grande vitalità, ricca di fantasia che ci mostra usi e costumi dei veronesi del XVIII secolo. Marco Marcola nacque a Verona figlio del pittore Giambattista, fu artista di vasta produzione, diffusa principalmente in area veneto-lombarda, eclettico e grandangolare. Lo storico settecentesco Luigi Lanzi lo definì: «..pittore universale, speditissimo nel lavorare, ferace nelle invenzioni.. »
I suoi lavori spaziarono dagli affreschi fino alla decorazione di insegne, mobili, portantine e gondole, ma più che altro fu richiesto per le sue tele di genere popolaresco. Tutta la famiglia Marcola si diede alla professione pittorica, i figli di Giambattista, Nicola, Francesco e Marco furono pittori. In particolare Nicola fu aiuto di Marco per gli affreschi e Francesco un pittore quadraturista. Marco fu anche un apparatore di feste, scenografie e fuochi d'artificio. Marco Marcola iniziò la sua carriera decorando ville nel comprensorio veronese, il suo stile è stato considerato molto simile a quello del veneziano 'Giandomenico Tiepolo', anche se in nessun documento si parla di un eventuale conoscenza tra i due pittori veneti.
Decorò, nella sua città natale con affreschi il piano nobile di Palazzo Emilei-Forti, altri affreschi si trovano a Casa Ferruzzi e a Palazzo Carli. « ...è tutta dipinta di ghiribizzi da Marco Marcola, pittore dello scadimento, ma che pochi ebbe di eguali nella prontezza del concetto e delle esecuzione delle opere »
(Luigi Giro, Sunto della storia di Verona politica, letteraria ed artistica dalla sua origine all'anno 1866, Civelli, 1869, p. 220)
Dipinse anche in affresco il soffitto della Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, e quella della Chiesa di San Pietro in Monastero
Una delle sue opere particolarmente apprezzate è l'affresco della volta del Palazzo del Seminario Maggiore di Verona, dove sono rappresentate le costellazioni, descritto da Giovanni Battista da Persico nel suo tomo 'Descrizione di Verona e della sua provincia'.
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