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Palazzo dei Papi-Viterbo. In occasione della Mostra di Antiquariato presso la cittą di Viterbo, la Associazione Culturale Terza Esperide di Palermo, esporrą la sezione completa di reperti medievali collegati al misterioso mondo dei Cavalieri Templari, parte del progetto Museo Federico II e il Medioevo presso i prestigiosi locali del Museo di Palazzo dei Papi. Le ricerche da anni intraprese in Sicilia tramite la 'Terza Esperide' ed il suo fondatore, Giulio Torta, per acquisire ed interpretare oggetti che furono in possesso dei Cavalieri Templari (1118- 1314), hanno svelato nuove tracce di comportamenti legati alla fede ed alla religione, ma profondamente intrisi di superstizioni e pervasi da barlumi misteriosi quanto impenetrabili di riti e credenze esoteriche. Grazie a raffronti paleografici e riscontri attuati sulle iscrizioni, sulla tecnica di lavorazione del metallo e sugli smalti, questi reperti, risultano databili con certezza al periodo medievale, pur avendo una composizione molto diversa dagli smalti e dai manufatti smaltati principalmente francesi, sino ad oggi studiati. Non vi sono bastevoli documenti certi riguardanti l'Ordine, perché non esistono che pochissimi scritti dei cavalieri su loro stessi e le notizie che abbiamo, spesso sono da valutare con molta discrezionalitą. Banner Siti Skerma dentro articolo Per questo i pochi oggetti ascrivibili con certezza all'Ordine dei Cavalieri Templari risultano dei 'documenti' molto importanti. Una prerogativa che sappiamo acquisita dall'Ordine dei Cavalieri Templari, quasi all'inizio della loro costituzione, riguarda la concessione avuta dal Papa Innocenzo II (pontificato 1130 - 1143) di operare in totale indipendenza dal potere temporale, con l'esonero del pagamento delle tasse e con la prerogativa di poter riscuotere le 'Decime' dai nobili, mercanti, pellegrini e proprietari terrieri. Questa concessione fu il primo importante passo economico per la costituzione di un enorme capitale da reinvestire in seguito tramite lucrosi prestiti. Le 'Decime' di fatto dovevano rappresentare un dono, una offerta, un tributo per i poveri e per la chiesa, ed essendo questo tributo di antichissima istituzione, risalente ai tempi della civiltą ebraica, corrispondeva alla decima parte dei frutti della terra, degli animali e delle merci che il 'colono' era tenuto a corrispondere al proprietario del fondo o alla Chiesa . Gli scrigni per le 'Decime', impregnati di eleganza e mistero, manufatti in prezioso argento, dovevano probabilmente assoggettare il donatore che avrebbe offerto solo monete in metallo prezioso (l'argento nel medioevo valeva molto pił di oggi). Questi rari manufatti in Mostra racchiudono, tramite iscrizioni sacre, concetti e motti cavallereschi per avvalorare la sacrale richiesta di finanziamento all'Ordine monastico. In Mostra un insieme di raritą e curiositą con oggetti inediti dal carattere islamico arricchiti spesso da decori bizantini, con essenzialitą normanna e forza sveva. Un 'unicum' poco conosciuto ed irripetibile, frutto di un insieme di culture presenti nel medioevo in terra di Sicilia . Gli smalti utilizzati, di origine francese detta champlevé, venivano ottenuti scavando il nobile metallo, quindi colmando la parte solcata con pasta silicea colorata che si vetrificava in cottura a piccolo fuoco. Smalti colorati al posto di pietre preziose, che sarebbero state 'irriverenti' ed eccessive per rappresentare un Ordine Monacale che nacque come 'Sacro Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo. Gli oggetti 'scoperti' in quasi trenta anni di pazienti ricerche presso private collezioni isolane, e sul mercato antiquario sia nazionale che estero, sono la tangibile presenza del ricordo di sfortunati uomini di chiesa e guerrieri che ebbero una colpa sopra tutte, quella di essere legati ad un profondo credo ideale ed indistruttibile, anche al di lą della vita. Il Presidente Associazione Culturale Terza Esperide

   
 
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