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Federico II -Una Scultura medievale- |
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- Federico II Hohenstaufen -
una Scultura medievale in
''studio'': Il Suo vero volto.
Questa eccezionale scultura
raffigurante Federico II
Imperatore, necessita di
essere ancora più attentamente
esaminata ed indagata, da una
equipe sia di tecnici che di
studiosi medievalisti. Questa
testa marmorea racchiude in se
una enorme forza, diremmo
michelangiolesca (Michelangelo
acquisì molto nella Sua
formazione dallo studio di
Opere di Nicola Pisano...), ma
riteniamo sia stata realizzata
circa tre secoli prima
dell’epoca di Michelangelo...
La testa coronata, coperta da
una delicata ma sincera
patina, estesa omogeneamente
sulla ancor bianca pelle
marmorea, non nasconde un
genuino carattere medievale.
Una delicata patina, (come si
riscontra su un oggetto che
sia stato protetto con
riguardo nei secoli), con
carattere medievale,
riscontrabile sia nella
esecuzione dei capelli a
ciuffi che nella forma degli
occhi, nella bocca come nel
mento e nella fronte. La nuca
rigida, e la tunica, che cade
sulle orecchie leggermente
schiacciata, a ’pergamena’,
riconferma una epoca molto
antica. Eppure non si è
avvezzi a riscontrare una tale
eleganza e plasticità
’rinascimentale’ in una
scultura medievale. Ecco la
iniziale e vibrante
incongruenza della scultura,
che sembra, se confermata, una
grande prova di abilità d'Arte
e maestria, di un sommo
Maestro scultore. Riteniamo
questa scultura, Opera di uno
artista estremamente capace ed
abile, che, per una ricorrenza
ed occasione artistica
importante ed impegnativa,
quale quella di ritrarre
l'immagine dell'Imperatore
Federico II, riuscì a dare il
massimo di se stesso,
risultando ancor oggi il suo
lavoro, a distanza (riteniamo)
di oltre sette secoli,
espressione di estrema
modernità e vigore. Pur non
potendo identificare la
paternità dell’Opera, siamo
convinti di potere avanzare
una ipotesi di esecuzione
della stessa, quale scultura
di epoca tardo medievale. La
nostra tesi propone una
esecuzione della scultura
verso il 1240 - 50, quale
raffigurazione aulica ed
augustea dell’Imperatore
incoronato giovanetto, poiché
sappiamo da antiche fonti che
Federico da adulto era
diventato grasso, senza
capelli, e molto invecchiato,
quindi non proponibile come
modello scultoreo. Attendiamo
fiduciosi che le nostre
considerazioni possano prima o
poi trovare appoggio presso
l’Accademia, anche se I veri
conoscitori di Arte Antica,
avvezzi a saper leggere e
riconoscere sia i falsi come
le singolari e rare scoperte
inedite, sanno di dover usare,
dinnanzi ad oggetti di grande
spessore ed inediti sia
rispetto che la massima
cautela.
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Giulio Torta...una grande passione per l'Arte. |
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Giulio Torta si dedica da trenta anni con grande passione all’Arte e all’Antiquariato. Oggi è il Presidente dell’associazione Culturale Terza Esperide di Palermo per la promozione e la ricerca della Cultura Siciliana nonché l’ideatore e promotore del “Museo Federico II ed il Medioevo”. L’ambizioso progetto è già stato attivato quale “Museo Virtuale”, sul sito internet www.federicoiiedintornimuseum.it, ed è alla ricerca di una adeguata sede. Più di trecento reperti medievali inediti , scoperti sia in Sicilia che all’estero, presso Famiglie, Collezionisti e Mercanti d’Arte. L'oggetto che spicca tra tutti; la testa in marmo raffigurante Federico II, Opera recentemente studiata dal Professor Naoki Dan (Giapponese) e da questi attribuita alla mano del grande Nicola Pisano. La competenza estremamente eclettica e grandangolare di Giulio Torta è il punto di forza della Ditta. Il desiderio di volersi documentare sempre ed in prima persona , con la massima apertura al costruttivo confronto, ma senza mai dipendere da “pareri o sensazioni altrui”, ha consentito a Giulio Torta di miscelare sensibilità e intuito ad una notevole esperienza acquisita. A lui si deve anche la nascita e la continua promozione, nelle qualità di consulente, delle Mostre “Palermo Antiquaria” e ''Catania Antiqua'' considerate le più prestigiose esposizioni mercantili del settore nel meridione. Le Arti Minori, insieme alla Pittura e la Scultura, sono gli interessi primari della Ditta. Ultima “creazione” di Giulio Torta, ma non per importanza, é il “Museo del Ventaglio”, curato parallelamente alle altre attività. Molteplici le “Scoperte” nel campo dell’Arte, anche di notevole spessore e fonte di inesauribili dibattiti nel mondo culturale, fra le quali spicca il rinvenimento dei Bozzetti originali datati e firmati del 'Guidoriccio da Fogliano', ed il Dipinto 'Davide e Golia con Disputante' (con doppio autoritratto del Pittore) con attribuzione in via di sviluppo al grandissimo 'Michelangelo Merisi da CARAVAGGIO'. La scoperta dirompente ed assolutamente entusiasmante, è già supportata da tutti gli esami tecnico scientifici ad oggi attuabili(radiografia, riflettografia, spettrografia Raman,rilievi stratigrafici e raffronti molecolari sui pigmenti pittorici ecc..). La passione per la ricerca ed al contempo, la piena consapevolezza della rigidità, in alcuni casi, precostituita ed incomprensibile, di alcuni settori del mondo dell’Arte, consigliano di continuare a lavorare con serietà ed amore, attendendo fiduciosamente che il tempo e la forza delle idee facciano il loro corso.
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Un CARAVAGGIO che non 'decolla'... |
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Opera di CARAVAGGIO il Dipinto 'DAVIDE e GOLIA' con 'Disputante?...'
Un reale 'Mistero' dell'Arte viene da noi affrontato con costanza,determinazione e consapevolezza delle 'ENORMI' difficoltà a cui andiamo ed andremo incontro...
Un'Opera che è (secondo noi) una 'bomba ad orologeria', ovvero un eccezionale Dipinto inconfutabilmente di CARAVAGGIO.
Un vero Capolavoro eseguito nell'ultimissimo periodo della Sua tumultuosa vita. Proprio uno degli ultimissimi dipinti del Merisi, eseguito a Palermo o Napoli, nel quale il Pittore, disperato, esce allo scoperto, ritraendosi per la prima volta nella storia della Pittura da protagonista, dentro una scena biblica, per chiedere la grazia della vita.
Le misure corrispondono esattamente al dipinto descritto dal Maestro scultore Annibale Durante in un documento del 1616, che ne eseguì la cornice appena sei anni dopo la morte del Maestro, descrivendone il soggetto, Davide e Golia, con ritratto del Maestro Caravaggio.(Detto Dipinto viene identificato da sempre con il 'Davide e Golia' della Galleria Borghese, anche se risulta di misura leggermente più grande).
Il Dipinto, di privata collezione e di ubicazione ignota,era già conosciuto da una vecchia foto in bianco e nero conservata presso la Fondazione Longhi, e dallo stesso, collocato come di 'Scuola Caravaggesca', ma di sconosciuta attribuzione.
Davide e Golia. Una iconografia blindata nella sua essenzialità, nel suo significato biblico,morale,storico...
Guardando il dipinto, sia uno Storico che un Esperto d'Arte non può pensare ad altro che una esecuzione banale, con un incomprensibile difetto di 'forma', una incongruenza tematica, una anacronistica bizzarria...Nessuno avrebbe mai dipinto, durante la Controriforma, una scena classica con questo grossolano, incongruente personaggio alle spalle del giovane Davide.
Ma la qualità dal dipinto è a dir poco...SCONVOLGENTE. Non una pecca, nè una caduta di qualità, benchè minima.
L'epoca è, vedendo il dipinto da vicino, certamente del primissimo seicento, anzi, ancora cinquecentesca, sia nei modi che nella impostazione.
Eppure il personaggio, entra nella 'storia' del quadro dal buio di un angolo, da fantasma, come se si sentisse un intruso...
La somiglianza ricorda in modo esponenziale la fisionomia dell'ultimo Caravaggio, a noi pervenuta dagli 'autoritratti' conosciuti: occhi allucinati,viso scavato, stesso naso, bocca, barba.
Sembrerebbe proprio LUI...
che chiede qualcosa con le labbra dischiuse...la mano destra aperta vorrebbe fermare la condanna a morte per decapitazione, che lo perseguita da quattro anni, ovvero da quando ha ucciso, probabilmente per una disputa di gioco, tale Ranuccio Tomassoni.
La mano sinistra, con il pollice in alto, come nella antica Roma Imperiale, esprime una esplicita richiesta di grazia.
Ed il giovane Davide, che reca in mano la pietra,segno di forza e di potere...potrebbe raffigurare metaforicamente proprio il Papa Paolo V ?
La testa di Golia sembra un secondo ritratto di Caravaggio...
Il messaggio che esce così, dalla nostra deduzione...
Nobile Signore, non farmi morire così, decapitato...''SALVAMI''...fammi grazia della vita.
Nella sua semplicità, basterebbe questa interpretazione per confermare la PATERNITA' a CARAVAGGIO. Questa interpretazione sarebbe già una 'firma'.
A rafforzare ulteriormente la possibile 'intuizione', dalle radiografie emerge sotto la figura del ritratto in alto, la fisionomia della modella del Pittore, Fillide Melandroni, che era stata ritratta, forse per esser lei, giovane donna, la gentile intermediaria della richiesta di grazia(riflettendo, Fillide era 'improponibile' ad un Uomo di Chiesa, in quanto prostituta ed ancor più poichè suicidatasi nel tevere).
Si intravedono con la radiografia le piccole mani disposte come quelle del nostro'personaggio', come a chiedere 'grazia'.
Modifiche di questo spessore,secondo parte della Critica Internazionale(E.Arslal 1959, R.Wittkover 1958, M Kitson 1969 comproverebbero la autografia al grandissimo Merisi(da Michelangelo Merisi da Caravaggio a cura di Mina Gregori, Electa pag.32).
Esistono altresì presupposti tecnici in conformità alle Opere del Merisi come i pigmenti, la disposizione del colore, la 'pittura a risparmio' che sappiamo essere l'ultimo modo di dipingere di Caravaggio. Ed ancora lo zig-zag di una piccola parte dello sfondo, estrosità che solo Caravaggio ha usato in alcuni dei suoi ultimi dipinti...Se confermati, I due auto-ritratti, dei quali quello in alto, estremamente veritiero e minuzioso, possono interpretarsi come due esplicite 'firme' del Maestro. Anche le 'campiture' a punta di pennello, legibili con la riflettografia, comprovano una tecnica di stesura estremamente particolare, se non unica.
Adesso l'ultima scoperta...sensazionale.
Grazie all'esame della spettrografia 'RAMAN', effettuato il 30 marzo 2007 dalla Dottoressa Giulia Moscardi della Equipe del Prof. Pietro Baraldi, presso le Università di Modena e Reggio Emilia, si sono identificati tutti i pigmenti del Dipinto.
Dai risultati degli esami lo stupore è divenuto un ulteriore mistero...in quanto, solamente nella figura del Davide, si è riscontrata vernice composta da una gran quantità di cristalli di LAPISLAZZULI.
Non solo nelle braghe bleu, ma sotto forma di ossidante e sbiancante anche nella 'camicia' bianca.
Una curiosa e singolare bizzarria di voler impreziosire nel Dipinto solo Il 'Davide' (per noi a conferma che il Pittore abbia voluto impersonificare metaforicamente il Papa Paolo V nel Davide, ovvero l'unico uomo che avrebbe potuto graziarlo). Si conosce da antichi repertori che, verso la fine della Sua vita,Caravaggio acquisì un ingente quantitativo di LAPISLAZZULI, ma non abbiamo conoscenza dove questo allora preziosissimo pigmento, sia stato adoperato...
Parte della stampa ha, timidamente, affrontato l'ipotesi di 'paternità' ma dire che vi è scetticismo,cautela,timore,diffidenza,forse eccessiva 'distrazione' sarebbe...riduttivo.
Ma ciò, forse, è anche giustificabile...Chi potrebbe ribaltare la antica attribuzione del grande Roberto Longhi, che aveva ritenuto questo Dipinto opera di uno sconosciuto Caravaggista 'napoletano?'...
Da mesi, uno Staff accreditato di giovani studiosi e storici dell'Arte, stà effettuando ricerche e comparazioni, che, ad oggi, risultano tutte a favore della tesi, e sono in corso ricerche filologiche di supporto, che sono in interessantissima evoluzione.
Ma questo non è soltanto un Dipinto...
ma una Bomba, un Terremoto, una Idea sconvolgente, fuori da tutti i canoni e le logiche della pittura di tutti i tempi.
Caravaggio, e solo Lui avrebbe potuto inventarsi nel primissimo 600' un messaggio che lega disperazione,ansia,fantasia,
novità,estro,energia,maestria,Arte vera e...studiando ancora, chi sà cosa altro.
Il Direttore del Museo Medievale Virtuale di Palermo ''FEDERICO II''
www.federicoiiedintornimuseum.it Giulio Torta.
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Guidoriccio: Una controversia infinita.. |
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